Qualcosa
di me
Iniziai
a fotografare da ragazzino, a 9-10 anni, seguendo
mio padre che, da dilettante evoluto, con la
Rolleiflex biottica riprendeva prevalentemente
vedute della "sua" Verona e frequentava
i laboratori, gli studi dei fotografi scaligeri
più rinomati degli anni Cinquanta-Sessanta.
Da lì nasce la mia passione per l'immagine
ben curata sia compositivamente in ripresa
sia come stampa, un bianco e nero dove l'autore
non si limita allo scatto ma in prima persona
realizza tutto il processo sino al risultato
su carta. Parlo di bianco e nero perché "vedo" in
bianco e nero, è una mia scelta creativa
ma pure conferisco al bianco e nero la capacità di
meglio descrivere il soggetto, delinearne bene
il disegno, le forme, essere insomma uno strumento
per rendere la "visione" meno soggettiva,
nonostante la completa obiettività in
fotografia sia una chimera. Cerco, quindi,
di realizzare immagini "documento" condividendo
appieno quella corrente di pensiero che non
nega a certa documentazione un valore anche
artistico in quanto prodotto
dell'ingegno umano.
I miei soggetti preferiti sono le architetture,
i paesaggi urbani colti nella loro essenzialità,
un po' come quelle immaginette di scorci cittadini
e monumenti che da piccolo guardavo affascinato
su dei cruciverba de La Settimana Enigmistica.
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